Rosolia, una breve descrizione
Con il termine rosolia si indica una malattia infettiva legata al virus ad RNA che appartiene al genere del Rubivirus. Si tratta della più conosciuta delle malattie infettive esantematiche, ma spesso finisce con l’essere confusa con il morbillo. Per questo motivo è necessario procedere con una descrizione chiara e dettaglia della rosolia.
Prima di tutto è necessario specificare che a contrarre la rosolia sono soprattutto i bambini e gli adolescenti che rientrano nella fascia di età compresa tra i 2 e i 14 anni.
Di solito la comparsa della rosolia è più frequente nel periodo della primavera. Il suo periodo di incubazione generalmente va tra le due e le tre settimane. Per il contagio invece il calcolo è diverso. Il paziente affetto da rosolia risulta contagioso da 7 giorni prima della comparsa dell’esantema fino ad 8 giorni dopo.
La trasmissione della rosolia è molto semplice perché avviene attraverso il contatto con la saliva o il muco della persona infetta, quindi attraverso starnuti oppure colpi di tosse. Ovviamente frequentare luoghi chiusi aumenta il rischio di contagio. Per questo motivo questo colpisce soprattutto i più piccoli durante l’età scolare. In una classe, infatti, di solito è presente sempre più di un caso di contagio da rosolia nello stesso periodo.
Dalla rosolia si guarisce nel giro di poche settimane senza doversi sottoporre a cure specifiche perché si tratta di una malattia virale. I più piccoli non corrono alcun rischio, ma questa potrebbe essere pericolosa per le donne in gravidanza. Bisogna in ogni caso prestare la massima attenzione ai sintomi che di solito comportano febbre, tosse, dolori alle articolazioni.
Nel corso del primo giorno della comparsa della malattia sul volto del paziente compaiono dei puntini di colore rosa, che il giorno successivo si estendono anche sul torso. In alcuni casi questi compaiono anche sulle gambe e tendono a diventare di colore rosso.